Questo nostro [.strano.innaturale.necessario.] modo di comunicare...
Barbaricamente approffitto di questo spazio [ di sicuro con la felicità di Matteo], per parlare, per commentare, per farvi sentire come sento tutto questo movimento [.?.] di menti.
C'è qualcosa di straordinario e di incivile al tempo stesso in questo nostro modo di comunicare. Tra di noi, tanti hanno criticato, o semplicemente rifiutato - più o meno consciamente - questo mezzo telematico di comunicazione[il.blog.]. Razionalmente dovrei ammettere che queste critiche sono nate a giusta ragione. Tutto questo "comunicare" avviene più con noi stessi che con gli altri. Non è confronto, non per tutti almeno. Ci sarà, infatti, sempre una porzione di noi leggermente falsata( anche per quelli che riescono più facilmente ad esprimere attraverso questo mezzo le proprie idee o il proprio "sentire"). Questa porzione di noi è quella che si difende, ma che prova lo stesso a combattere ( e quindi a parlare di ciò a cui tiene). Non sempre riesce nel suo intento, non sempre ne esce vincente. Ma deve provare, perchè non provare vuol dire arrendersi a se stessi, abbandonarsi, lasciarsi scivolare via. E certi pensieri sono così preziosi, così illuminanti ( anche nella maniera più infantile possibile): non possono andar persi, non possono sfuggirci. In fondo non abbiamo tanti mezzi ( e non per tirare in ballo sempre le questioni economiche: non abbiamo tante risorse materiali) per godere di questi attimi di pensiero, per renderli più reali, più utili.
Mi serve un piccolo riferimento, una piccola condivisione, per farvi capire cosa intendo.
[Piccola.quote.]
<< E se non scrivi non stai vivendo abbastanza intensamente e qualcosa ti scivola addosso. Forse non leggi abbastanza o non hai stimoli sufficienti per parlare e consigliare qualcosa a tua volta. In quel silenzio c’è un senso di trasparenza subita, sempre colpevole. O forse sei troppo impegnato e preso per trovare il tempo di pensare e di condividere il frutto di questi pensieri. Allora è bene fermarsi un istante e scattare una polaroid del momento. Forse non sarà la migliore ma cattura quello che c'è. Un segno, un punto nodale di quel diagramma emotivo.>>
[http://www.corradonuccini.com/2006/10/pesci-per-chi-se-la-dorme.html]
Federica
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