martedì, ottobre 31, 2006



Andrea Schiavon, Donna, 2006, h 33,8cm.

Infinite faccie che attraverso la luce assumono ogni volta diverse connotazioni, diversi significati.
La donna è infinita, proprio come questa venere.
Redz.

lunedì, ottobre 30, 2006

Questo nostro [.strano.innaturale.necessario.] modo di comunicare...


Barbaricamente approffitto di questo spazio [ di sicuro con la felicità di Matteo], per parlare, per commentare, per farvi sentire come sento tutto questo movimento [.?.] di menti.

C'è qualcosa di straordinario e di incivile al tempo stesso in questo nostro modo di comunicare. Tra di noi, tanti hanno criticato, o semplicemente rifiutato - più o meno consciamente - questo mezzo telematico di comunicazione[il.blog.]. Razionalmente dovrei ammettere che queste critiche sono nate a giusta ragione. Tutto questo "comunicare" avviene più con noi stessi che con gli altri. Non è confronto, non per tutti almeno. Ci sarà, infatti, sempre una porzione di noi leggermente falsata( anche per quelli che riescono più facilmente ad esprimere attraverso questo mezzo le proprie idee o il proprio "sentire"). Questa porzione di noi è quella che si difende, ma che prova lo stesso a combattere ( e quindi a parlare di ciò a cui tiene). Non sempre riesce nel suo intento, non sempre ne esce vincente. Ma deve provare, perchè non provare vuol dire arrendersi a se stessi, abbandonarsi, lasciarsi scivolare via. E certi pensieri sono così preziosi, così illuminanti ( anche nella maniera più infantile possibile): non possono andar persi, non possono sfuggirci. In fondo non abbiamo tanti mezzi ( e non per tirare in ballo sempre le questioni economiche: non abbiamo tante risorse materiali) per godere di questi attimi di pensiero, per renderli più reali, più utili.

Mi serve un piccolo riferimento, una piccola condivisione, per farvi capire cosa intendo.

[Piccola.quote.]
<< E se non scrivi non stai vivendo abbastanza intensamente e qualcosa ti scivola addosso. Forse non leggi abbastanza o non hai stimoli sufficienti per parlare e consigliare qualcosa a tua volta. In quel silenzio c’è un senso di trasparenza subita, sempre colpevole. O forse sei troppo impegnato e preso per trovare il tempo di pensare e di condividere il frutto di questi pensieri. Allora è bene fermarsi un istante e scattare una polaroid del momento. Forse non sarà la migliore ma cattura quello che c'è. Un segno, un punto nodale di quel diagramma emotivo.>>


[http://www.corradonuccini.com/2006/10/pesci-per-chi-se-la-dorme.html]


Federica

Concretizzazione proposte..

Ciao a tutti,
è stato deciso che potremmo ritrovarci domenica 5 novembre, visto che alcuni di noi non possono esserci il mercoledì per problemi di lavoro. Desidereri quindi avere notizie di chi non potrebbe essere presente o gradirebbe incontrarsi mercoledì.
Ne aprofitto inoltre per suggerirvi di accogliere seriamente la proposta di Daniel visitando il sito http://www.flux.tv e pensando già a qualcosina in modo da poterne parlare domenica(vedi post qui sotto..). Il punto è che dobbiamo iniziare a parlare seriamente dei nostri primi lavori come gruppo... altrimenti, come è già stato detto da molti di voi (incluso me stesso), rischiamo di fare molti bei discorsi ma con in mano un pugno di polvere! Penso sia una buona idea pubblicare in questo blog qualche immagine dei vostri lavori o scrivere qualche riga a riguardo, in modo tale da poter capire con "chi abbiamo a che fare" uno con l'altro. Se non gradite l'idea di pubblicare qualcosa di vostro e magari intimo che potrebbe essere visto da molti potreste portarlo al prossimo incontro e parlarne con noi..
Spero quindi di incontrarvi domenica carichi di idee e di buoni propositi..
Matteo

domenica, ottobre 29, 2006

INCONTRO.

Domenica scorsa è stato sicuramente interessante trovarci insieme.
Ho visto però molto contrasto. E' stato positivo per me riuscire a percepire questo, in quanto mi ha fatto capire cosa volevo io da un gruppo. Il gruppo per me è ogni giorno; è ogni esperienza che mi capita, ovunque, e mi fa pensare; è parlare con le persone e crescere, scoprire nuove strade; é libertà.
Ho deciso perciò di rimanere esterno, ma allo stesso vicino a voi nel senso di discutere sulle varie tematiche che ci riguardano tutti, e se avete bisogno di una mano, ve la dò volentieri.
Redz.

sabato, ottobre 28, 2006

Proposta gita n.2!

Ciao a tutti,
ho parlato con alcuni di voi e sembra che sabato 4 novembre sia la data più indicata per visitare il Mart. Mi sono allora informato per il treno, potremmo partire da Pd alle 11.30 e arrivare a Rovereto per l'una, ripartendo alle 20.30 da lì abbiamo tutto il tempo per vederci la mostra e il paese. Le proposte di viaggio sono le più economiche che potevo trovare (andata e ritorno circa 20 euro). Che dite?
Vorrei inoltre proporre la data del prossimo incontro.. domenica 5 novembre o il mercoledì dopo (questo mercoledì è il 1o novembre ed essendo festa dubito che le sedi IUAV siano aperte..).
E allora scrivete, venite ma sopratutto e come sempre

Credete

Matteo

venerdì, ottobre 27, 2006

Proposta lavoro video per Flux


Ci sarebbe la possibilità di girare il video musicale ufficiale per il gruppo "Whitest Boy Alive". La canzone si chiama Golden Cage e si può ascoltare sul sito di flux (http://flux.tv/it/audio/clip_view.asp?id=2212). Bisogna inviare il materiale entro il 5 dicembre.

Daniel

giovedì, ottobre 26, 2006

...

dobbiamo dimenticarci dell'arte e ricominciare tutto da zero
non abbiamo nè un inizio nè una fine
siamo nessuno e nessuno resteremo
il nostro pensiero ogni mattina davanti allo specchio è:
"tu stronzo il cammino viene camminando e solo camminando si rivelerà il tuo cammino"
zago

mercoledì, ottobre 25, 2006

Ogni epoca ha la sua arte. All'arte la sua libertà


Ciao a tutti,
colgo l'invito di Matteo a prendere parte a "questa cosa", che ancora non trova il coraggio di darsi un nome, ma che ha in sé tutte le caratteristiche per diventare un bel laboratorio di idee.Devo dire che come inizio mi sembra abbastanza pesante, vista la quantità e la qualità degli argomenti in discussione, anche se dall'incipit (...la loro provenienza e i loro perché li conoscete già...), appare chiaro come la maggior parte di voi avesse già avuto modo di parlarne, anche se non compiutamente.Ma ora, entriamo nel vivo della discussione.Credo che discutere della legittimità o meno di considerare l'arte come un lavoro sia sostanzialmente un falso problema.Così come discettare sull'eterno contrasto tra artista "geniale" e artista "razionale", e su quale tra questi debba essere il modello giusto, da seguire, cui riferirsi costantemente.Domenica sono stato impossibilitato a partecipare all'incontro non solo perché non ne ero a conoscenza, quanto perché ero a Rovereto per la mostra sui secessionisti austriaci. Nella parte documentativa a corredo, visibile nelle varie sale in cui sono esposte le opere, si legge di come il gruppo di artisti si fosse dotato di un proprio "museo", di un luogo in cui poter esporre le proprie opere, così marcatamente diverse dalla produzione dell'epoca. Esternamente alla costruzione un'iscrizione, che recitava più o meno così: "Ogni epoca ha la sua arte. All'arte la sua libertà."Ritengo rappresenti un concetto basilare per la corretta comprensione di cosa significhi essere artisti, non solo ai primi del XX secolo ma anche (e soprattutto) oggi.Non è possibile ingabbiare in etichette o dogmatismi una cosa che per sua natura nasce spontanea dentro di noi e che spontaneamente deve trovare il modo di fuoriuscire da noi stessi.Non importa se sia frutto di "genio e sregolatezza" o di "razionalità e schematismi".Non è importante decidere se l'artista debba vivere del suo genio (ovvero fare la fame, almeno il più delle volte) o se il suo genio debba pur vivere (ovvero far soldi e considerarsi un lavoratore alla stregua di ogni altro, anche se più fortunato perché almeno si diverte...).Ritengo, infine, che il vero problema sia quello della mancanza di una corretta "educazione all'arte": nessuno insegna come poter approcciare il mondo dell'arte per poterne godere appieno i frutti.Nessuno educa alla bellezza, ma si alimenta un sistema in cui la vendibilità o meno di un'opera rappresenta la discriminante di fondo per giudicarla.
Alla prossima,
Francesco Paolini

Lo scontro delle menti


Mafalda scrive per noi (appunti incontro domenica 22 ottobre 2006)...

"Un taglio in una tela può essere arte?"

"Non bisogna guadagnarci nell'arte... non deve essere legata alla vendita."

"Il lucro, l'arte è legata o no ai soldi?"
"In ogni caso l'arte è legata all'economia... c'è un mondo dietro che non si può dimenticare."
"L'arte è linguaggio."
"Non per forza vivendo in una società consumistica dobbiamo lavorare per il consumismo!"

"STIAMO CONFONDENDO IL MERCATO CON IL VALORE DELL'OPERA!"

"Possiamo solo fare videoarte (essendio un gruppo?) ?"

"Possiamo fare un progetto concreto assieme?
- dobbiamo conoscerci bene;
- nell'opera d'arte dev'essere oggetivo il bello;
- possiamo prendere a modello la Factory di Andy Warhol (ma è comunque legata all'idea di produzione/vedita).

"SIAMO 8 CERVELLI CON 8 ESPERIENZE DI VITA DIVERSE!"

"Il gruppo non nasce solamente con lo scopo di produrre delle opere ma anche per crescere assieme:
ci confrontiamo, ci ribelliamo."

"Potremmo essere un modello alternativo ma è comunque un modello..."

"TUTTO PARTE DAL SISTEMA!"

"Ci rendiamo conto di essere all'interno del sistema? Es. lo IUAV."

"L'arte è il principio! I soldi dopo..."

"NON POSSIAMO FILOSOFEGGIARE... più concretezza!"

"L'obbiettivo di questo gruppo è???
- confrontare idee;
- crescere;
- cooperazione;
- il gruppo è più forte del singolo."

"Dobbiamo partire da NOI, da i nostri desideri. Cerciamo una base = problemi comuni..."


Questi gli interventi più interessanti che hanno caratterizzato le nostre discussioni domenica. Personalmente penso che l'incontro sia stato tutto sommato (eccetto alcuni momenti di dispersione) produttivo, abbiamo capito bene o male come la pensiamo ed abbiamo capito che la prossima volta non ci saranno discussioni ma fatti. E' giusto disquisire di una poetica, di una visione e dei suoi pro e contro ma penso siano argomentazioni da trattare quando si avranno dei bei lavori alle spalle, lavori che faranno discutere. Understand?
Gradirei ricevere qualche commento riguardo l'esposizione degli appunti appena fatta (se non vi garba cercherò di sistemarla oppure lo farete voi!), inoltre gradirei qualche parere rispetto l'icontro stesso...
E' stata abozzata un'idea di ritrovo per mercoledì della prossima settimana presso i magazzini Ligabue, che ne dite?

Matteo

martedì, ottobre 24, 2006

And what about the truth


[16 maggio 2006 / 20 agosto 2006 “AND WHAT ABOUT THE TRUTH”]
Maurizio Nannucci alla Triennale di Milano

And What About the Truth?

La nostra verità. Come artisti. Come persone.
Cosa stiamo cercando? Dentro o fuori di noi.
Può un'immagine [ può anche solo una frase ] muovere in noi la necessità di creare, di comunicare al mondo [ agli altri], il nostro modo di sentire ciò che esiste fuori e dentro di noi? E' questa la verità, è questa la nostra verità? quella per la quale lottiamo ogni giorno. quella che ci ha fatto scegliere questa strada [.di artisti.?.] piuttosto che un'altra.
Cos'è che ci muove? Qual'è la verità [ l'intento. l'obbiettivo] che stiamo ricercando con così tanto affanno?

Federica

lunedì, ottobre 23, 2006

Folling


Con la mela t'accorsi
di quanta forza attratrice
fosse capace questa vecchia meretrice
che al suo stanco e consumato ventre
attrae te e tutta la tua gente
e come riso nei tamburi
ci rimbalzate più di mille canguri
e correte e scivolate e volate
e facendo gran festa
comunque batterete la testa
contro quella che v'attende con gran speranza
per portarvi nell'infinita sua danza

Matteo Stocco

Ho deciso di pubblicare questo mio piccolo componimento (alcuni di voi lo avranno già letto in seguito al laboratorio di fotografia di Armin Linke) con un preciso scopo: voglio farvi capire quale dev'essere una delle impostazioni che mi piacerebbe avesse questo gruppo.Una possibilità dove tutti noi possiamo condividere ogni nostro interesse con la consapevolezza di essere giudicati (altrimenti a cosa servirebbe dare al mondo una parte di sè stessi ottenendo poi il silenzio?)! Qualsiasi passione nascosta coltiviate non abbiate paura a renderla manifesta, potrebbe sempre rappresentare un'opportunità di crescita per tutti...
E allora leggete,commentate senza ritegno,scrivete, ma sopratutto,

CREDETE

sabato, ottobre 21, 2006

Douglas Gordon



Douglas Gordon

A cura di Giorgio Verzotti e Mirta D'Argenzio
Dal 7 ottobre 2006 al 21 gennaio 2007 il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto ospita "prettymucheverywordwritten,spoken,heard,overheard from 1989…", la prima mostra museale di Douglas Gordon in Italia, che comprende una retrospettiva dei lavori dell’artista scozzede e una nuova installazione pensata appositamente per il Mart. Douglas Gordon, vincitore del Turner Prize nel 1996, si è ormai distinto come uno dei più importanti artisti internazionali. Da sempre interessato al doppio registro espressivo della comunicazione verbale e di quella delle immagini in movimento, Gordon si è imposto per le sue video-installazioni di dimensioni inusitate, e per i suoi testi, stampati sui muri degli spazi espositivi nelle collocazioni più diverse, Negli ultimi dieci anni ha tenuto mostre nelle principali gallerie e nei maggiori musei del mondo. Ultimo della serie, il Museum of Modern Art di new York che quest’anno gli dedica una retrospettiva. Gordon ha sempre considerato quello artistico come un ambito dove il pubblico si pone in relazione con l'opera, uno spazio aperto al dialogo e alle dinamiche sociali, un luogo dove riflettere sulla vita. La mostra al Mart è stata pensata a partire da questa idea, e intende intervenire attivamente sugli spazi espositivi. Le opere in mostra, scelte dall'artista, sono "24 Hour Psycho", un video in cui l'artista interviene sul tempo reale per alterarlo, e sull'immagine in movimento per monumentalizzarla, in modo da modificare radicalmente la percezione consueta dello spazio reale. Le immagini sono quelle del film di Alfred Hitchcock "Psycho", appunto, la cui durata viene distorta fino ad arrivare a 24 ore. "Play dead. Real time" (2003) sarà la seconda video-installazione in mostra, giocata sulla doppia immagine, proiettata su schermi giganteschi, di un elefante da circo che, ammaestrato, “fa il morto”. Infine "Pretty much every film and video..." presenta tramite un gran numero di monitor televisivi una selezione di opere video dell'artista, dal 1992 ad oggi. Questa parte verrà presentata nella galleria dedicata alle mostra temporanee, al buio, sezione alla quale i curatori Giorgio Verzotti e Mirta D'Argenzio hanno contrapposto una parte diurna, tutta giocata alla luce naturale: nel corridoio circolare che al Mart connette il mezzanino con il secondo piano, Gordon presenta un lavoro composto da tutti i tuoi testi verbali, ricontestualizzati in una nuova versione pensata appositamente per questo particolare spazio architettonico e con l’aggiunta di un testo nuovo, anch’esso realizzato per il Mart. Il catalogo, edito da Skira, documenta l’attività di Douglas Gordon in Italia. Nel nostro paese l’artista ha esposto fin dal 1992, quando al cafè Picasso di Roma ha realizzato uno dei suoi “Instruction Piece”. In seguito, ha partecipato a collettive in gallerie e spazi espositivi fino a partecipare alla Biennale di Venezia del 1997 e 1999. La sua più recente mostra italiana si è tenuta, in coppia con Philippe Parreno, alla Fondazione Davide Halevim di Milano nel 2006. Il catalogo documenterà queste partecipazioni con le immagini delle opere esposte e con una elaborazione grafica relativa al “text work” realizzato per il nostro museo. DOUGLAS GORDON Douglas Gordon, nato in Scozia nel 1966, si esprime con video installazioni, film, fotografie, oggetti e testi verbali. Con questi diversi linguaggi indaga prolematiche vicine all'introspezione psicologica, la ricerca dell'identità, i concetti di innocenza e colpevolezza, la tensione fra i principi opposti di bene e male, segni del suo interesse per un profondo scandaglio della condizione umana. Molto conosciuto ormai per le sue installazioni video dove riutilizza sequenze da famosi film hollywoodiani, Gordon ha studiato a The Glasgow School of Art e a The Slade School of Fine Arts, a Londra. A Glasgow le sue performaces sono state molto seguite nel mondo dell'arte fra i tardi anni ottanta e i primi novanta. L'opera che maggiormente ha attirato l'attenzione internazionale è 24 Hours Psycho, dove il famoso film di Hitchcock viene proiettato alla surreale lentezza di 24 ore. Gran parte del lavoro dell'artista indaga sulle culture popolari, dai film come "La finestra sul cortile" o "L'Esorcista" o "Taxi Driver" fino a documentari anonimi, per studiare i processi percettivi e per interferire con le aspettative dello spettatore. Nella sua carriera, Gordon ha ricevuto importanti premi internazionali quali il Turner Prize nel 1996, il premio della Biennale di Venezia nel 1997 e l' Hugo Boss Prize nel 1998. Recentemente ha tenuto mostre antologiche a New York e in Scozia.


Nota personale[Federica]: L'arte e l'utilizzo dei materiali di repertorio. La Contaminazione. [Video]Arte e Cinema: quali i confini?

arte=espressione=comunicazione

Non sono totalmente d'accordo con questo tipo di argomentazione.....il calcolo, la commissione, l'economia dell'arte esiste da quando è nata per quanto mi riguarda.....
Credo che la realtà che ci si propone lascia infinite possibilità di comunicazione e quindi di propaganda.....
Sì, siamo liberi di essere artisti per cio che proviamo come di essere pezzenti per cio che produciamo,l'importante non è attenersi a schemi precisi di commercio e propaganda ma far parlare a riguardo......Stupire significa anche sapersi vendere....
non siamo piu nell'ottocento, il mercato cambia....ma cambiano anche i mezzi.
Giorgio

giovedì, ottobre 19, 2006

Marina Ballo Charmet

Tutti in gita!

Penso che pochi di noi abbiano avuto l'occasione di poter vedere la mostra che si tiene in questi giorni al Mart(vedi post qui sotto)..lancerei quindi l'idea di andarci come felice gruppetto di "amici-pseudoartisti-intellettualloiddi-simpatizzantiiuav"!Ho già pensato per un'eventuale data..il 1o novembre?Intanto vi lancio l'idea..ne discuteremo meglio domenica.
Comunque spero che interveniate,commentate ma soprattutto...


CI CREDIATE!

mercoledì, ottobre 18, 2006

Segnalazione: Schiele, Klimt, Kokoschka e gli amici viennesi.


www.mart.trento.it



A cura di Tobias Natter, Tomas Sharman e Thomas Trummer. DIrezione scientifica di Gabriella Belli




"L'arte non può essere moderna, perchè è eterna" Egon Schiele Egon Schiele morì nel 1918 a soli 28 anni, ma la sua pittura rimasta “eterna” continua ad affascinare e incantare il pubblico, oggi come ieri. Al Mart di Rovereto la mostra “Schiele, Klimt, Kokoschka e gli amici viennesi” presenta oltre 120 opere provenienti dall’Österreichische Galerie Belvedere di Vienna e altri prestigiosi musei austriaci e tedeschi, fra dipinti, disegni e sculture, molti dei quali mai esposti in Italia, per illustrare la vita e l’opera di Egon Schiele (1890 – 1918), uno dei più celebri esponenti della pittura espressionista. Un’occasione importante per approfondire il percorso pittorico del grande artista austriaco, ma anche per conoscere l’ambiente culturale della Vienna di inizio secolo scorso attraverso le opere di quel gruppo di artisti che, con Schiele, diedero vita al rinnovamento dell’arte moderna. Gustav Klimt (1862– 1918), amico e mentore, è certamente una figura centrale, il perno dell’evoluzione artistica del giovane Schiele. Klimt è stato il maestro, alla sua arte si era ispirato così come ne aveva presto abbandonato le linee ondulate e impreziosite da decorazioni auree e vegetali per raggiungere un più crudo realismo, aspro e duro espresso soprattutto nei ritratti e nei corpi nudi. Egon Schiele aveva frequentato l’Accademia d’Arti Figurative di Vienna, presto lasciata a causa dei contrasti con i suoi insegnanti. Nel 1909 fondò con quindici compagni di studio, tra cui Anton Faistauer e Robin Christian Andersen, il Gruppo Arte Nuova ( Neukunstgruppe). L’ambiente culturale in cui vive e lavora il giovane Schiele, presentato in questa mostra, offre uno sguardo nuovo sulla sua opera, proponendo interessanti confronti e accostamenti con la produzione artistica dei suoi contemporanei. Sono i suoi amici, gli artisti dell’Avanguardia come Gustav Klimt, Oskar Kokoschka, Anton Faistauer, Anton Kolig, Carl Moll, Koloman Moser, Max Oppenheimer e Anton Peschka che lo accompagnano lungo il percorso artistico che dallo Jugendstil giunge ad “aprire” all’Espressionismo viennese. L’esposizione al Mart culmina, infine, con una sezione dedicata alla 49° Mostra della Secessione Viennese del marzo 1918, occasione nella quale Egon Schiele, pochi mesi prima di morire di influenza spagnola, raggiunse un importante successo e riconoscimento di critica. In Trentino, in quegli anni, proprio per la sua appartenenza all’area mitteleuropea, si vivevano e respiravano i fermenti culturali che fortemente “scorrevano” in questi luoghi, e vivace era lo scambio con la cultura artistica viennese. La mostra “Schiele, Klimt, Kokoschka e gli amici viennesi” trova, oggi, al Mart di Rovereto il suo ambiente ideale.

Mart

MartRovereto
corso Bettini, 43 - 38068 Rovereto TN
Tel 0464.438887
Fax 0464.430827

Orari

Tutti i giorni 10 - 18
Venerdì 10 - 21


Tariffe

MartRovereto:
Intero 8 euro Ridotto 5 euro

Sana polemica

Premetto: Nasco per natura polemica.
Leggendo questi 13 punti mi è sorta una domanda…il Romanticismo è ancora di moda?
Ok ok…ragazzi siamo tutti nella stessa barca, tutti d’accordo che l’artista tocca corde diverse, che ha una sensibilità (intendo proprio Le sensibilità, in quanto sensi) più accentuata, e giù di lì. Certo si, l’arte è legata all’intimità di ogni artista in maniera primigenia. È la sua libertà di espressione. L’arte è la vita dell’artista, come l’aria direi.
Ma vi prego…non viviamo più nell’Ottocento. Fare l’ Artista è anche un lavoro. Io ci ho messo una vita ad accettarlo e ancora mi brucia, ma c’è un mercato dell’arte, ci sono artisti più o meno quotati, ci sono opere che aprono il mercato altre che lo limitano. Ci sono commissioni. Ci sono compromessi. Ci sono ordini e regole precise. Come in tutti i lavori.
Vi daranno dei limiti BEN precisi riguardo la vostra produzione. Avrete sempre dei paletti intorno a voi. Questo non significa per forza VENDERSI o NON RISPETTARE il proprio “genio”, significa capire che lo stereotipo dell’artista che aspetta l’illuminante ispirazione non può più esistere. Ed è solo ipocrisia pensare che l’arte non sia legata ai soldi. Lo è più di molte altre cose e se non lo fosse non esisterebbe neanche questo blog, lo iuav, i musei e via così.
CI SIAMO IN MEZZO!!!!è un mondo senza pietà ma ci siamo dentro. Cerchiamo un luogo per allestire i nostri lavori? Inevitabilmente entriamo nella catena economica dell’arte (capite…anche se non ci pagano!).cerchiamo di sponsorizzarci, uguale! Sogniamo che un giorno qualcuno paghi il biglietto d’entrata di una galleria per vedere le nostre creazioni, uguale! Parliamo con la Vettese perché ci aiuti, uguale! Non c’è scampo. La vecchia idea che l’arte sia la cosa più pura e lontana dalla sporca compravendita non ha più senso.
Poi questo gran ribadito concetto del genio………………..ho sempre pensato che fosse un’idea tanto fraintesa. Tre quarti degli artisti d’oggi ma non solo lavorano con una razionalità paurosa. Schematici, sfrontati, calcolatori. Che magari non producono neanche più un millesimo delle opere che portano il loro nome.
Ci sono OVVIAMENTE altri punti che invece mi trovano perfettamente d’accordo. Il tornare alle origini, alla politica delle differenze, secondo me è indispensabile. Inglobandoci uno con l’altro e uniformandoci stiamo un po’ perdendo la bellezza della diversità.
Insomma anche il punto 12…l’11...il 9…e altri, si sono importanti. Molto.

Non vorrei scatenare le ire di voi tutti…prendetelo per quello che è: un commento personale.
Sinceramente penso che i diversi modi di vederla possano tranquillamente convivere. Magari io sono più cinica e disillusa, ma posso (anzi devo) confrontarmi. E viceversa.
Mafalda

lunedì, ottobre 16, 2006

Jean-Michel Basquiat show




La Triennale di Milano e Chrysler presentano la mostra ‘The Jean-Michel Basquiat Show’. La mostra più completa mai realizzata in Europa sul grande artista americano. La Triennale di Milano 20 settembre 2006 - 28 gennaio 2007. Dopo il grande successo ottenuto con ‘The Keith Haring Show’ e ‘The Andy Warhol Show’, La Triennale di Milano e Chrysler tornano a presentare una grande mostra di arte contemporanea. Quest’anno l’appuntamento si rinnova con ‘The Jean-Michel Basquiat Show’ (New York 1960-1988), dal 20 settembre 2006 al 28 gennaio 2007. A cura di Gianni Mercurio, ‘The Jean-Michel Basquiat Show’ si qualifica come una delle più vaste retrospettive sinora dedicate al grande artista americano, certamente la più importante mai realizzata in Europa; comprende circa ottanta dipinti e quaranta disegni. Una vasta documentazione fotografica e una sezione video, con molti materiali inediti, documenteranno il lavoro dell’artista e il contesto in cui è nata e si è sviluppata la sua arte: la New York degli anni Ottanta. Le opere selezionate provengono da prestigiose collezioni private americane ed europee e da numerosi musei e istituzioni pubbliche quali: Ludwig Forum di Aachen, Museu d’Art Contemporanei de Barcelona, Musée d’Art Contemporain Marseille, Museum der Moderne Kunst Salzburg, Israel Museum of Jerusalem, Museum of Contemporary Art di Los Angeles, Broad Art Foundation di Santa Monica. Protagonista emblematico della scena newyorchese degli anni ’80, Basquiat è uno degli artisti più popolari dei nostri tempi. Ancora oggi, a quasi venti anni dalla morte, avvenuta quando non era ancora ventottenne nell’agosto del 1988, i suoi lavori e il suo linguaggio continuano ad affascinare il pubblico di tutto il mondo. L’attività artistica di Basquiat prende forma nell’arco di una sola decade, dal 1978 al 1988. In questo breve periodo la sua febbrile attività lo ha portato a produrre una vasta mole di opere sempre caratterizzate da un segno che lo ha reso uno dei grandi testimoni della sua epoca. Le opere saranno esposte secondo un percorso che consentirà l’approfondimento di alcune delle tematiche care all’artista tra cui: l’uso ricorrente della parola sin dalla sua attività come graffitista ‘sui generis’, quando firmava SAMO i suoi aforismi e le sue brevi poesie sui muri di Downtown e per cui il suo lavoro è stato accostato dalla critica all’arte di Cy Twombly; il forte legame con il mondo della musica; le sue radici afroamericane; la costante ricerca di un’identità nei numerosi autoritratti che svelano fragilità e ambizioni, il desiderio di riconoscimento e la fama travolgente; la scena artistica degli anni ’80 e la profonda amicizia con Andy Warhol. L’allestimento delle opere consentirà ai visitatori della mostra di entrare a far parte di un mondo che oscilla tra infanzia e perdita dell’innocenza, di godere dello slancio vitale che anima il gesto e l’uso del colore, e di comprendere al tempo stesso l’orrore e la sofferenza contenuti nei segni, nelle parole e nelle forme che implodono provocando deflagrazioni e autodistruzione. Tutto ciò attraverso i materiali poveri che Basquiat utilizza fin dalle prime esperienze di street art e che inserisce nelle sue opere ispirandosi al polimaterismo di Dubuffet, stabilendo un legame profondo con il mondo della strada, un ponte tra quella vita da ‘refusè’ che lui, giovane nero di estrazione borghese, aveva deliberatamente cercato, e la nuova dimensione di agio e fama cui la sua arte e le leggi del mercato dell’arte lo hanno condotto. All’interno del percorso espositivo è previsto l’allestimento di una sezione fotografica con contributi di alcuni dei più famosi fotografi che hanno documentato la vita e il lavoro di Basquiat, tra cui: Tseng Kwong Chi, Edo Bertoglio, Maripol, Stephen Torton, Lizze Himmel e altri. Inoltre, per rendere partecipi i visitatori del background culturale che ha caratterizzato la creatività dell’artista, Chrysler ha prodotto anche quest’anno un filmato (ricordiamo ‘Keith Haring AllOver, un viaggio con Chrysler’ dello scorso anno, un viaggio alla scoperta dei murales e delle opere pubbliche di Haring in tutto il mondo). Questo sarà proiettato su grandi schermi nel salone centrale della mostra all’interno di una spettacolare ‘Chrysler Box’; il filmato racconterà le radici afroamericane e l’influenza che hanno esercitato su Basquiat i miti della ‘black culture’, dalla musica allo sport alle tematiche sociali, da Charlie Parker a Miles Davis, da Cassius Clay a Sugar Ray Robinson, da Malcom X a Martin Luther King. La Chrysler Box vivrà a Milano anche attraverso un’installazione itinerante nelle piazze della città durante il periodo della mostra. Evento speciale sarà la proiezione del film ‘Downtown ‘81’, prodotto da Maripol e diretto da Edo Bertoglio in cui Basquiat interpreta se stesso e di cui ha prodotto le musiche. Il film racconta la giornata di un artista underground newyorchese, documentando l’effervescenza culturale e creativa della New York degli anni ’80.


Matteo scrive:
... l'ho vista sabato pomeriggio (14 ottobre) e ve lo sconsiglio(stò parlando chiaramente del giorno della visita)...è pieno di gente, ma la mostra merita veramente d'essere vista,le opere esposte sono forse le migliori e i video che vengono proposti colgono a pieno il contesto sociale, culturale e creativo in cui si sviluppa la personalità di questo giovane artista. E' interessante notare come la sua carriera sia riuscita a svilupparsi in un clima avverso sia dal punto di vista familiare che sociale (mi riferisco ai vari torti subiti da citici "razzisti").Questo dimostra come sia possibile ottenere ciò a cui più si ambisce (nel caso di Basquiat, fama e successo) senza mai gettare la spugna e continuando a credere in sè stessi,un pò come dovremmo fare noi!
Noto tristemente che gli interventi in questo blog da parte vostra sono pochissimi...se avete problemi a scrivere ditemelo pure via mail, gradirei vedere qualche altro post che non sia mio o di Federica...

venerdì, ottobre 13, 2006

Il ritrovo degli sciancati

Per non creare ulteriori incomprensioni edito tutti i dati utili per il ritrovo del 22..
-Data,22 Ottobre 2006 ore 15e30;
-Luogo,Mestre davanti all'ingresso principale del centro commerciale "Le barche" (da lì decideremo assieme dove andare..)
Per ulteriori info lasciate una nota in questo post...
Che la forza sia con voi!

Appunti e punti ovvero la ricetta per un dibattito alla Defilippi

Ecco qui i famosi punti che potremmo discutere il 22...la loro provenienza e i loro perchè li conosciete già...

1) Etica dell'artista : le opere sono la propaganda prima . l'artista deve essere MAESTRO = come un solista che deve crearsi uno stile non personale ma personalissimo, e debba dimostrare che funzioni nel tempo, "esponendo". L'arte visiva del presente è solo un mezzo come uno strumento all'interno di una composizione musicale. Le difficoltà che si incontrano proponendola come "solista.

2)L'importanza della quantità nella produzione artistica (allenamento + possibilità di costruzione della cronologia dell'evoluzione, possibilità di selezione, bipolarismo dello spettatore e dell'artista come spettatore.)

3)Disinformazione e carenza di educazione in arte dovuta in primis da una lista di scelte di convenienza .

4) Le 3 colonne del primo mondo : Europa, America e Giappone: antiamericanismo e nippofilia (i giapponesi , gli alieni sulla terra, il gaijin, l'otaku, chiavi di lettura dei manga)

5)Studio delle metodologie per creare : Politica della frammentazione dell'opera in complementarietà con l'uso del momento. Svantaggi che si creano nel tempo[es: l'automatismo: come giudicare chi può essere accusato d'automatismo])

6)Convenienza<>(diversa da)assassina d'arte. Convenienza come procreatrice di un certo tipo di arte.

7)Il mercato del libero capitalismo uccide non solo l'attimo , ma i tempi stessi. Il normale inviluppo degli stili e delle correnti viene troncato dalla gestione economica degli stessi. Ostilità aperta per Fashion e Collezionismo. La più importante delle vittime della moda è l'arte stessa. La moda fa solo e unicamente vittime e da esse ne trae guadagno.

8) Politica delle differenze. davanti all'incubo della globalizzazione, della delocalizzazione,eccc si corre il grande rischio di perdere l'origine. Ogni metodo , proposta , linguaggio ha alle spalle tanto oppure tantissimo. Lo studio insieme all'estrapolazione delle radici è un modo per imparare a stare dietro lo specchio dell'operato dell'artista.

9
) Politica di DEMITIZZAZIONE STORICA E CONTEMPORANEA. La mitizzazione disorienta lo spettatore: non esiste genio , solo mente. L'uomo può essere genio in quanto uomo, non genio in quanto irraggiungibile.

10) Politica di DESENSIBILIZAZZIONE (in analogia con il punto 9). Necessità di porre priorità che porta alla localizzazione dei meriti primi, totalmente occultati al popolo.

11) Gestione delle libertà e cultura della scelta : ciò che deve essere libero e ciò che necessita una guida.

12) Il simbolismo e l'analisi : tutto ha significato e tutto va analizzato nell'opera dell'artista. Ciò non vuol dire assolutamente che l'artista abbia calcolato e collocato tutto ciò che la usa arte contiene: ciò farebbe parte del PROGRAMMARE, che è l'unico metodo che viene semplicisticamente concepito dai profani.

13) Politica dell'antivendita: l'artista non deve percepire un profitto dalla sua arte, perchè l'arte è la forma sublime e bellezza per antonomasia.Con questo punto metto tutti gli artisti come "Lucio Fontana" nel limbo dei peccatori.L'artista deve rifiutare i soldi per rifiutare e eliminare il mercato dell'arte, insulso e irrispettoso del genio!!.[Così mi sono permesso di dare uno spunto se vuoi aggiungere è tutto tuo Bello].

giovedì, ottobre 12, 2006

In gaudo magno: HABEMUS BLOGGUS!!!

Oggi 12 ottobre 2006, federica loi e matteo stocco (più federica che matteo...grazie fede!) fondano, pubblicano, istituiscono, editano, creano, questo spazio interattivo per comunicare finalmente, senza giri di parole ( e di email), con tutta la CREW.

Wilkommen, Benvenue, Welcome.


Benvenuti, scriveteci... parlateci... interrrrr[a](gitecCi)... ma soprattutto...


CREDETECI.

contatto: mafet@hotmail.it